A Dirigenti e Calciatori del Real Club Celta, di Vigo (Spagna) (10 luglio 2023)
Cari fratelli e sorelle,
caro vescovo di Vigo,
caro monsignor Carballo,
Mi è grato ricevervi in questa celebrazione del primo centenario del vostro club sportivo. Spesso ho ripetuto che lo sport è motivo e occasione per riscoprire e promuovere molti valori della nostra società e, in tal senso, incontrare un club “gallego” è per me qualcosa che evoca tante esperienze che come argentino ho vissuto sulla mia pelle. Se ci avete fatto caso, i vostri colori sono quelli della Vergine Immacolata e anche quelli della maglia argentina, quasi come se la nostra Madre si fosse voluta incastonare tra le due rive di questo grande oceano, che più che separarci ci ha unito, affinché non la dimenticassimo mai.
Don Carlos mi diceva nella sua lettera che anche lui ha dovuto attraversare l’Atlantico per formare una famiglia; come tanti altri, sicuramente ha contemplato in lontananza quella bandiera biancoceleste che dalla capitaneria del porto di Vigo li salutava. E questa è la storia di tanti migranti che giunsero in Argentina. Un pezzetto del suo cuore è rimasto lì ad aspettarlo. Non è stato l’unico che lo ha lasciato, in un certo senso potremmo dire che il cuore dell’umanità è formato da tutti quei pezzetti che, restando o andandosene, ci ricordano nel più profondo che siamo tutti uniti; che siamo tutti pellegrini in questo burrascoso mare dell’esistenza. Certo, a volte non è tanto burrascoso.
E se l’azzurro che dà colore al vostro scudo mostra la vostra fiducia nella protezione della Vergine, la croce di san Giacomo si innalza come uno stendardo di vittoria nella battaglia della vita. Anche la croce, nel ricordare la vostra patria galiziana, la unisce all’Europa e, in essa, a tutta la cristianità, che da tempo immemore peregrina seguendo le orme del primo Apostolo che versò il suo sangue per Cristo.
Forse alcuni di voi avranno già notato il profondo significato di questo emblema che con tanto orgoglio avete difeso. A volte ci succede che lavoriamo tanto, lottiamo, vogliamo essere felici, vincere, dimostrare quanto valiamo, ma, presi dalla difesa dei nostri colori, ci dimentichiamo del loro significato. Recuperare sempre la storia poetica. Le radici però sono importanti, sono loro a darci il senso, le vostre ci parlano di una terra che non si chiude al fratello che giunge come pellegrino e a gente capace di lasciare tutto per lanciarsi ad affrontare le più alte imprese. Spirito di sana avventura e spirito di ospitalità fraterna.
Sia nello stadio che nella vita, le vostre armi, come la croce di san Giacomo che vi presiede, sono quei piccoli gesti ai quali a volte non diamo importanza: è vincere partendo dall’umiltà, lavorare in squadra senza affidarsi solo alle proprie forze, capendo che la vittoria è di tutti. È importante questo lavoro di squadra: quando nel mondo dello sport non si lavora in squadra, perdono tutti. È anche donarsi con generosità, senza lesinare sforzi, sapendo sacrificarsi per l’altro quando è necessario; allo stesso modo, è accettare che il confrontarsi con altre squadre, serve per migliorare, per imparare, per metterci alla prova e valutare tutto il nostro gioco.
E in tal senso, l’altro, più che un avversario degno di rispetto, è sempre un amico ben accolto. Se il nostro gioco e la nostra vita, coerenti tra loro, daranno questo esempio, saremo capaci di trasmettere non la passione a dei colori che escludono, ma l’amore per quello che rappresentano. Per queste bandiere biancocelesti e questo cammino dell’Apostolo che ci rendono capaci di attraversare oceani e unire continenti, nell’attesa della corona di giustizia che il Signore, il Giudice, concederà a quanti sperano in Lui.
E non vorrei concludere senza menzionare un lavoro, un aspetto molto faticoso, ma che bisogna mantenere sempre: la dimensione di amateur. Quando lo sport, in questo caso il vostro, perde questa dimensione amatoriale, di amateur, non ha senso, si trasforma in una cosa commerciale e semplicemente asettica, senza passione. Conservate, per favore, questa mistica amatoriale. Non perdete mai la dimensione di amateur.
Che Dio vi benedica tutti e che la Vergine vi custodisca. Grazie.
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L’Osservatore Romano, Anno CLXIII n. 157, lunedì 10 luglio 2023, p. 12.