Ai Membri della Caritas della Diocesi di Toledo (Spagna) (5 dicembre 2024)
Caro fratello,
signore e signori,
Accogliendovi in questa casa, ho voluto unirmi alla vostra azione di grazie per i sessant’anni di servizio di carità nella Chiesa di Toledo. Un impegno che, come ho potuto osservare, va al di là del bene concreto che si può fare a una persona, accettando la sfida di essere motore di cambiamento nella società mediante la diffusione dello spirito di carità e di giustizia, per risvegliare in tutte le persone di buona volontà una coscienza più fraterna. Ossia, la nostra fratellanza a volte si addormenta o non cresce. E quando si fomenta una coscienza più fraterna è per risvegliarla e per farla crescere.
Così facendo, voi non siete solo un esempio di civismo o di filantropia, ma diventate anche strumenti di evangelizzazione, attraverso il linguaggio universale delle opere di carità. È curioso, le opere di carità non hanno bisogno di traduttore, non c’è un dizionario per tradurre, è linguaggio universale, linguaggio universale delle opere di carità, le capiscono tutti, perché è una lingua comprensibile a tutti, scritta con la testimonianza e lo sforzo di tutti gli agenti di Caritas, impegnati con Gesù Cristo e con il suo Vangelo.
Una meta, indubbiamente alta, che si raggiunge per mezzo del lavoro artigianale di ognuno dei responsabili dell’azione socio-caritativa, a partire da una formazione umana e spirituale che consenta loro di confrontarsi saldamente con i problemi sociali, sempre mutevoli, alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa. Senza mai dimenticare lo spirito di collaborazione e di sinodalità con tante realtà pastorali che costituiscono l’insieme della Chiesa diocesana.
Sorelle, fratelli, vi incoraggio ad andare avanti in questo sforzo, imparando sempre dal Signore, nel libro vivo della preghiera e della lettura della sua Parola, nel libro vivo dell’esperienza dei sacramenti e dell’ascolto attento alla voce dei suoi pastori, e della sua presenza nell’Eucaristia e in coloro che servite. Una cosa che vi chiedo è che siate maestri di questa saggezza, di quella saggezza di cui il mondo ha tanto bisogno. La stupidità è impressionante. La stupidità si vende e si compra, e i prezzi non sono di offerte, di liquidazione, sono prezzi di stagione, prezzi cari. E, per favore, vi chiedo di pregare per me. Che Gesù, in ogni persona che non ha dove posare il capo, vi benedica, e la Vergine Santa, in quelle che non hanno trovato chi le accogliesse, vi accompagni sempre.
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L’Osservatore Romano, Edizione Quotidiana, Anno CLXIV n. 276, giovedì 5 dicembre 2024, p. 8.