Alla Delegazione dell’Istituto per Studi Europei, di Stoccolma (12 febbraio 2021)
SALUTO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
ALLA DELEGAZIONE DELL’ISTITUTO EUROPEO DI STUDI INTERNAZIONALI,
GUIDATA DAL CARDINALE A. ARBORELIUS, VESCOVO DI STOCCOLMA
Venerdì, 12 febbraio 2021
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Cari amici,
porgo un cordiale saluto a voi, che dirigete l’Istituto Europeo di Studi Internazionali, ed esprimo il mio apprezzamento per la presentazione del volume La cultura dell’incontro: relazioni internazionali, dialogo interreligioso e pace, che rappresenta il frutto dell’Incontro di Stoccolma nell’ottobre 2019. Saluto il Cardinale Anders Arborelius e lo ringrazio per il sostegno che la Chiesa in Svezia ha dato a questa iniziativa, a favore della promozione del dialogo tra le religioni e al servizio dell’unità della famiglia umana.
La persistente crisi sanitaria globale ha dolorosamente evidenziato l’urgente necessità di promuovere una cultura dell’incontro per l’intera umanità, affinché cresca tra gli uomini e le donne del nostro tempo il desiderio di incontrare gli altri, di cercare punti di contatto, di costruire ponti, di elaborare progetti che includano tutti (cfr Enc. Fratelli tutti, 216). In tale contesto, accolgo con particolare favore la ricerca di risposte alle opportunità e alle sfide che questa prospettiva pone alle religioni del mondo.
Come accademici e diplomatici di vari Paesi, voi e i vostri colleghi svolgete un ruolo importante nel promuovere tale cultura. Per sua natura, il vostro contributo chiede di fondarsi sia su un’analisi organica, sia su un orientamento alle applicazioni e ai risultati pratici e relazionali, con particolare attenzione ai diritti dei più poveri ed emarginati. In altre parole, le menti e i cuori devono essere in armonia nel perseguire il bene comune universale e – secondo la migliore tradizione della Scuola di Salamanca – nel cercare lo sviluppo integrale di ogni persona, senza eccezioni o ingiuste discriminazioni.
Attualmente, un tale approccio integrato alla difesa e alla promozione dei diritti di tutti spetta ai leader politici e religiosi, perché è proprio una cultura dell’incontro che può fornire la base per un mondo più unito e riconciliato. Solo questa cultura, inoltre, può portare a una giustizia sostenibile e alla pace per tutti, così come a un’autentica cura per la nostra casa comune.
Mentre l’umanità continua ad affrontare le incertezze e le sfide del presente, vi incoraggio a rimanere impegnati nella ricerca di strade nuove e creative, che portino alla crescita di questa cultura dell’incontro, a vantaggio anche della concordia e del benessere delle generazioni future. Vi ringrazio per la vostra visita, e vi chiedo per favore di ricordarmi nelle vostre preghiere. Grazie!