Alla Delegazione di Tecnici e Partners della Fabbrica di San Pietro (11 novembre 2024)

Signor Cardinale,
cari fratelli e sorelle!

Vi saluto con gratitudine, perché la vostra visita attesta la laboriosità con la quale state avviando nuovi progetti e collaborazioni a beneficio della Basilica di San Pietro. Sono stato l’altro giorno a vedere, è meraviglioso quello che fate. Questa casa di preghiera per tutti i popoli (cf Is 56,7; Mt 21,13) è stata affidata a noi da quanti ci hanno preceduto nella fede e nel ministero apostolico. Perciò è un dono e un compito prendercene cura, in senso sia spirituale sia materiale, anche attraverso le tecnologie più recenti.

Tali strumenti interpellano in modo particolare la nostra creatività e la nostra responsabilità. Da noi infatti dipende l’uso retto e costruttivo di un potenziale che è certo utile, ma ambivalente. Accade, talvolta, che lo strumento prevarichi lo scopo cui dovrebbe servire: è come se la cornice diventasse più importante del quadro. Occorre dunque governare la tecnica, ricordando che i suoi prodotti sono buoni non solo quando funzionano bene, ma anzitutto quando ci aiutano a crescere. Questo è lo scopo.

Questo principio vale a maggior ragione per la Basilica di San Pietro e per i diversi interventi che essa richiede, affinché sia per tutti i visitatori luogo vivo di fede e di storia, dimora ospitale, tempio d’incontro con Dio e con i fratelli che giungono a Roma da ogni parte del mondo. Tutti, proprio tutti devono sentirsi accolti in questa grande casa: chi ha fede e chi cerca la fede; chi viene per contemplare le tante bellezze artistiche di Roma e chi vuole decifrarne i codici culturali.

A proposito, ricordiamo che il nucleo originario della Basilica è la tomba di Pietro, il discepolo che il Signore Gesù ha eletto come primo tra gli Apostoli, affidandogli le chiavi del Regno dei cieli (cfr Mt 16,18). Lo testimoniano le enormi iscrizioni greche e latine che dall’alto accompagnano i fedeli all’altare della Cattedra. I lavori in progetto dovranno avere lo stesso scopo: accompagnare gli uomini e le donne di oggi; sostenere il loro cammino di discepoli, sull’esempio di Simon Pietro. Perciò vorrei lasciarvi tre criteri, che guidino la vostra opera: l’ascolto della preghiera, lo sguardo della fede, il tatto del pellegrino. Siano questi sensi, al contempo corporei e spirituali, a ordinare con intelligenza le iniziative da compiere.

Anzitutto, l’ascolto della preghiera: incoraggio l’impegno della Fabbrica e dei suoi collaboratori nell’adozione di tecnologie che favoriscano non solo una partecipazione interattiva delle persone, ma soprattutto la loro consapevolezza del luogo sacro, che è spazio di meditazione.

In secondo luogo, lo sguardo della fede, per usare gli strumenti all’avanguardia con stile missionario, non turistico, senza cercare l’attrattiva di effetti speciali, bensì investendo in nuovi mezzi per raccontare la fede della Chiesa e la cultura che essa ha plasmato.

Infine, il tatto del pellegrino: nel corso dei secoli, l’arte scultorea, pittorica e architettonica sono state messe a servizio del popolo di Dio utilizzando le migliori tecnologie del tempo. I nostri predecessori hanno operato meravigliosamente! Ogni nuovo progetto sia in continuità col medesimo intento pastorale.

E c’è un’altra opera d’arte che si svolge nella Basilica, nascosta: i confessori. Per favore, che ci siano sempre, a portata di mano, i confessori. La gente va, sente qualcosa, anche i non cristiani si avvicinano per chiedere una benedizione… In questo mondo così artistico e bello, c’è anche l’arte della comunicazione personale. E per favore, dite ai confessori di perdonare tutto, tutto! Tutto va perdonato. Il Signore vuole questo e non fare discorsi: “Tu devi…”. No, niente “devi”. Ti perdono e vai avanti, con il Signore. Perdonare, non tanto predicare; qualche parola si deve dire, ma perdonare; che nessuno vada fuori [senza benedizione]. Anche quelli che non sono cristiani, mi dicono i confessori che tante volte sono musulmani o di altre religioni, si avvicinano a chiedere una benedizione. Date la benedizione sempre a tutti, e coloro che vogliono confessarsi, perdonare tutti, tutti, tutti!

Vi ringrazio per la vostra intraprendenza. Di cuore benedico tutti voi e il vostro lavoro. E vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie.