Alle Guardie Svizzere Pontificie, in occasione del giuramento (6 maggio 2022)
Cari ufficiali e membri della Guardia Svizzera!
Cari fratelli e sorelle!
La vostra festa annuale, con il giuramento delle reclute, è una bella occasione per incontrarvi e accogliere i genitori e i familiari che si uniscono a voi in questi momenti così significativi. A tutti voi do il mio benvenuto! Saluto e ringrazio il Colonnello Christoph Graf, il Cappellano, gli Ufficiali, anche il nuovo Vice Comandante – benvenuto! -, i Sottufficiali e tutti i componenti del Corpo. Rivolgo un pensiero particolare a voi nuove reclute, che, attraverso il giuramento, verrete introdotte nella grande famiglia della Guardia Svizzera. Con ciò vi disponete a dedicare alcuni anni della vostra vita a un compito affascinante e, al tempo stesso, ricco di responsabilità nel cuore della Chiesa universale.
I luoghi in cui sarete chiamati a svolgere il vostro servizio sono carichi di una storia segnata dall’abnegazione eroica di tanti servitori della Sede Apostolica, tra cui non pochi svizzeri. Dalla istituzione della Guardia Svizzera, molti giovani hanno compiuto la singolare funzione ad essa assegnata, che continua ancora oggi. Attraverso un impegno generoso e fedele, nel corso dei secoli alcuni non si sono sottratti alle prove più dure, arrivando a versare il proprio sangue per difendere il Papa e consentirgli di realizzare la sua missione in piena indipendenza. Con questa loro dedizione suprema hanno adempiuto quanto previsto dai Regolamenti tuttora vigenti: la sicurezza della persona del Papa e della sua residenza.
Care reclute, avete scelto di dedicarvi a una mansione squisitamente ecclesiale; vi esorto a viverla come una testimonianza cristiana e comunitaria. La vostra attività, infatti, non viene svolta individualmente, ma come comunità: non per nulla vi chiamate “Corpo” della Guardia Svizzera. Possiate concretizzare questa dimensione comunitaria ogni giorno, sia durante le ore – non sempre facili – di servizio, sia nella vita quotidiana di caserma, che prevede momenti di svago, di convivialità, di incontro e di preghiera. Vivere il servizio in senso comunitario è anche una sfida, perché si tratta di amalgamare individui con personalità, temperamenti e sensibilità differenti, che si trovano a percorrere un tratto di strada insieme. Tuttavia, l’ideale di servire la Chiesa, nella persona del Successore di Pietro, rappresenta una forza che coinvolge e aiuta ad affrontare gli inevitabili momenti di difficoltà.
Care Guardie Svizzere, vi incoraggio a dare sempre la giusta importanza alla formazione. Gli sforzi ad essa dedicati sono indispensabili per acquisire adeguata idoneità e competenza professionale. Ma prima di tutto la permanenza a Roma dovrebbe essere valorizzata per crescere come cristiani. Penso alla vita spirituale, che permette di scoprire il progetto di Dio su ciascuno di noi. Al contempo, vi esorto a coltivare i rapporti reciproci, sia nell’adempimento degli incarichi a voi affidati, sia nel tempo libero, perché siano nello stile di fratelli che si professano cristiani. Un dialogo sincero e fraterno a volte può essere faticoso, può essere impegnativo pure, ma è importante per sviluppare la personalità.
Colgo l’occasione per ringraziare l’intero Corpo della Guardia Svizzera Pontificia per la puntuale e preziosa collaborazione di ogni giorno, di cui sono diretto testimone. La Santa Sede conta su di voi! La Città del Vaticano è fiera della vostra presenza nel suo territorio!
Adesso vorrei fermarmi in un momento di dolore e tristezza. E vorrei che sia presente qui il vostro collega Silvan Wolf. Purtroppo è mancato, un bravo ragazzo, con gioia, allegro. Un incidente lo ha strappato da noi. In silenzio, ricordiamo Silvan e preghiamo per lui.
Affido voi, le vostre famiglie, i vostri amici e quanti, in occasione del giuramento, sono venuti a Roma, all’intercessione della Vergine Madre di Dio, dei patroni San Martino e San Sebastiano, e del protettore della Confederazione Elvetica, San Nicola da Flüe, e di cuore vi imparto la mia Benedizione. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie.