AVVENTO 2018 – 2^ settimana – in “rete” con Gesù
Preghiera di Roberto Laurita
Fanno uno strano effetto quei nomi
che Luca ci regala
all’inizio del vangelo di oggi.
Corrispondono alle autorità
di un preciso momento storico
e ci vengono presentati
secondo un rigoroso ordine di importanza.
All’inizio Tiberio Cesare, l’imperatore,
e subito dopo il suo rappresentante
che nominiamo ogni volta
che recitiamo il Credo: Ponzio Pilato.
Poi i piccoli re che hanno rimpiazzato Erode
e infine le autorità religiose
che esercitano il potere sul Tempio.
Ma sono proprio loro i protagonisti?
In effetti somigliano da vicino
alla cornice di un quadro
perché la storia decisamente
non passa attraverso di loro.
Ciò che conta è ben altro:
è quella parola che scende su Giovanni,
il figlio di Zaccaria, nel deserto.
È un messaggio che non deve
essere sussurrato, ma gridato.
Troppo importante la posta in gioco:
Dio stesso entra nella storia degli uomini
e ogni uomo sarà chiamato
a prendere posizione davanti a lui,
ad accogliere o rifiutare la salvezza che offre.
Sì, è questa parola la vera novità:
ignorarla vorrebbe dire tagliarsi fuori
dalla possibilità di incontrare Dio,
di lasciarsi trasformare da lui.