Domenica 1 Dicembre : San Teodoro Studita

Se un re quaggiù chiama la gente alla gloria, al successo, alla ricchezza, al lusso e alla gioia, vediamo tutti buttarsi verso queste cose con premura, zelo e gioia; noi, è Dio e il re dell’universo che ci chiama – non a quei beni bassi e corruttibili che abbiamo appena nominato, ma al regno dei cieli, alla luce che non conosce eclisse, alla vita senza fine, alla beatitudine ineffabile, all’adozione filiale e all’eredità dei beni terni -, allora con quanto più zelo, gioia, insaziabile ardore dobbiamo correre, lottare ed affrettarci ogni giorno e ogni ora; né la tribolazione, né l’angoscia, né la persecuzione, né la fame, né la sete, né il pericolo e, diciamolo, né la spada, né la morte (cf. Rm 8,35), nulla di tutto ciò ci mette paura e ci fa indietreggiare; anzi, con coraggio, vigore e forza d’animo dobbiamo seguire fino in fondo la via ascetica e tutto sopportare come facile e leggero in vista di quanto ci attende e della nostra beata speranza. (…)

Fortificatevi anche voi col vigore della sua potenza (Ef 6,10), figli desiderati, ed aggiungete alle prime lotte e prove quelle presenti e future, considerando perfetta letizia (Gc 1,2) di esser stati giudicati degni di soffrire volontariamente tutto ciò per Cristo salvatore (cf. Fil 1,29); e diventate imitatori dei suoi dolori; per coloro che capiscono, ciò costituisce la più grande ricompensa! (…) Vogliamo rinnovare l’ardore, risvegliarci, rimetterci in piedi, rinnovare l’impegno a completare quanto ciascuno ha mancato e a farlo senza negligenza, in Cristo Gesù nostro Signore a cui appartiene la gloria e la potenza col Padre e lo Spirito Santo, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada