Domenica 12 Novembre : Santa Gertrude di Helfta
O amore, sii per me allora una Sera tale che io, per grazia tua, dica con grande gioia al mio corpo un dolce addio e il mio spirito, tornando al Signore che lo creò, riposi soavemente in pace alla tua ombra. Allora dimmi colla tua voce chiara(…): «Ecco, lo sposo viene; esci, ed unisciti più intimamente a lui, onde ti allieti colla gloria del suo volto». (…)
Quando mai ti mostrerai a me così che io ti veda e da te attinga con delizia alla sorgente viva della tua divinità? (Is 12,3) Berrò allora fino all’ebbrezza dell’abbondanza di quella sorgente viva e dolce che fluisce dalle delizie di quel volto che l’anima mia desidera (Sal 42,3). O dolce volto, quando mi sazierai di te? Allora entrerò nel santuario ammirabile e avanzerò fino a vedere Dio (Sal 42,5); sono appena all’entrata e il mio cuore geme per la durata dell’esilio. Quando mi colmerai di gioia con la tua presenza? (Sal 16,11) Allora contemplerò e abbraccerò il vero sposo dell’anima mia, Gesù. (…) Là conoscerò come sono conosciuta (1Cor 13,12), là amerò come sono amata, là ti vedrò come tu sei, o Dio mio (1Gv 3,2), resa eternamente beata dalla tua visione e dal tuo possesso.
(1) S. Gertrude chiama così Dio per corrispondenza con l’ora del giorno a cui questa parte dell’Esercizio è destinata; precedentemente ella lo ha designato col nome di Mezzodì.