Domenica 17 Marzo : Beato Columba Marmion
Il Padre stima suo Figlio infinitamente, divinamente, come solo lui può farlo; ecco perché è completamente con lui; tutto ciò che fa ha per fine la sua gloria: “L’ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!” (Gv 12,28). Vuole che suo Figlio sia riconosciuto dalle creature dotate di ragione con la devozione dovuta alla sua divinità. Quando lo ha introdotto nel mondo ha voluto che “lo adorino tutti gli angeli” (Eb 1,6). Reclama dagli uomini lo stesso omaggio. Il Padre vuole “che tutti onorino il Figlio come onorano il Padre” (Gv 5,23). E sul Tabor non ha forse voluto da tutti di credere alle parole di Gesù perché erano quelle “del Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”?
Se guardassimo a Cristo con gli occhi del Padre, sarebbe infinito il valore che daremmo alla dignità della sua persona, all’estensione dei suoi meriti, alla potenza della sua grazia. Qualunque sia il numero dei nostri peccati e la nostra mancanza, abbiamo in Cristo la possibilità della misericordia infinita che tutto colma. Nella nostra miseria siamo ricchi di Cristo (cfr. 1Co 1,5). La sovrabbondanza dei meriti di un Dio è per la Chiesa che lo possiede una fonte che sgorga senza sosta di gratitudine, lode, pace e gioia indicibili.