Domenica 24 Luglio : Giuliana di Norwich

Nostro Signore mi ha fatto una rivelazione sulla preghiera. Ho visto che essa richiede due condizioni: la rettitudine e una sicura confidenza. Molto spesso, la nostra confidenza non è totale. Non siamo sicuri che Dio ci ascolta, poiché pensiamo che ne siamo indegni e inoltre non sentiamo nulla. Siamo spesso aridi e sterili dopo la preghiera come prima. La nostra debolezza viene dal sentirci incapaci, come anch’io ho sperimentato. Tutto ciò il Signore me l’ha presentato d’un tratto e mi ha detto: “Sono io l’origine della tua supplica. Innanzitutto sono io che voglio farti questo dono, poi faccio in modo che anche tu lo voglia. Ti spingo a implorare e tu implori: com’è possibile allora che non ottieni quanto domandi?”

Così il nostro buon Signore mi ha molto riconfortato. (…) Quando ha detto: “E tu implori”, mi ha mostrato il grande piacere che gli procura la nostra supplica e la ricompensa infinita che ci accorderà in risposta alla nostra preghiera. Quando ha dichiarato: “Com’è possibile allora che non ottieni?”, ne parla come di un’impossibilità, poiché è assolutamente impossibile che non riceviamo la grazia e la misericordia quando le chiediamo. Infatti tutto ciò che nostro Signore ci fa implorare, l’ha pensato per noi da tutta l’eternità. Da ciò possiamo vedere che non è la nostra supplica la causa della bontà che lui ci dimostra(…): “Ne sono io l’origine”…

La preghiera è un atto deliberato, vero e perseverante della nostra anima, che si unisce e si attacca alla volontà di nostro Signore, per l’opera dolce e segreta del suo Santo Spirito. Mi sembra che nostro Signore stesso riceva dapprima la nostra preghiera; la prende con grande riconoscenza e gioia, la porta in cielo e la depone in un tesoro dove non perirà mai. Essa è davanti a Dio e a tutti i santi, accolta continuamente, e continuamente ci aiuta nelle nostre necessità. E quando entreremo nella beatitudine , ci sarà restituita, per contribuire alla nostra gioia, con la gratitudine infinita e gloriosa di Dio.