Domenica 26 Dicembre : Primo libro di Samuele 1,20-22.24-28.

Così al finir dell’anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele. “Perché – diceva – dal Signore l’ho impetrato”.
Quando poi Elkana andò con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e a soddisfare il voto,
Anna non andò, perché diceva al marito: “Non verrò, finché il bambino non sia divezzato e io possa condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre”.
Dopo averlo divezzato, andò con lui, portando un giovenco di tre anni, un’efa di farina e un otre di vino e venne alla casa del Signore a Silo e il fanciullo era con loro.
Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli
e Anna disse: “Ti prego, mio signore. Per la tua vita, signor mio, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore.
Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho chiesto.
Perciò anch’io lo dò in cambio al Signore: per tutti i giorni della sua vita egli è ceduto al Signore”. E si prostrarono là davanti al Signore.