Domenica 26 Giugno : San Giovanni XXIII
La mia umile e ora lunga vita è trascorsa come una matassa, all’insegna della semplicità e della purezza. Non mi costa niente riconoscere e ripetere che sono e valgo soltanto un bel nulla. Il Signore mi ha fatto nascere da povera gente e ha pensato a tutto. Io, ho lasciato fare a lui. (…) È proprio vero che « la volontà di Dio è la mia pace ». E la mia speranza sta interamente nella misericordia di Gesù. (…)
Penso che per la mia completa mortificazione e purificazione, per ammettermi alla sua gioia eterna, il Signore mi riservi qualche grande pena o afflizione del corpo e dello spirito prima di morire. Ebbene, accetto tutto e di buon cuore, purché tutto serva alla sua gloria e al bene della mia anima e dei miei cari figli spirituali. Temo la debolezza della mia resistenza, e lo prego di aiutarmi, perché ho poca, anzi nessuna fiducia in me stesso, ma ho una fiducia totale nel Signore Gesù.
Ci sono due porte per il paradiso: l’innocenza e la penitenza. Chi può pretendere, come uomo povero e fragile, di trovare spalancata la prima? Invece la seconda è del tutto sicura. Gesù è passato da quella, con la croce in spalla, in espiazione per i nostri peccati e ci invita a seguirlo.