Domenica 5 Novembre : San Gregorio Magno

“Il primogenito della morte divori la bellezza della sua pelle e consumi le sue braccia” (Gb 18,13 Vg). La bellezza della pelle designa la gloria temporale, che è desiderata esteriormente e ritenuta come brillante apparenza sulla pelle. Quanto alla parola braccia, si applica giustamente alle nostre opere, in quanto si fa con le braccia il lavoro corporale. E cosa può essere la morte, se non il peccato che separa l’anima dalla vita interiore e la uccide? (…) Se quindi il peccato è la morte, si può giustamente intendere per primogenito della morte l’orgoglio, poiché è scritto: “Il principio di ogni peccato è l’orgoglio” (Si 10,15).

La bellezza della sua pelle e le sue braccia sono dunque divorate dal primogenito della morte, poiché la gloria e l’azione dell’ingiusto sono gettate a terra dall’orgoglio. Avrebbe potuto in questa vita mantenersi nella gloria senza peccato se non fosse stato orgoglioso; avrebbe potuto raccomandarsi al giudizio del creatore per mezzo di certe sue opere se sotto gli occhi del suo giudice quelle stesse opere non fossero gettate a terra dalla sua fierezza. Vediamo spesso dei ricchi che avrebbero potuto conservare potenza e gloria senza peccato se avessero voluto conservarle nell’umiltà.

Al contrario, si pavoneggiano nei loro beni, si gonfiano negli onori, hanno solo disprezzo per tutto il resto e tutta la loro fiducia è nell’abbondanza dei beni. Così parlava un ricco: “Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia” (Lc 12,19). Ma quando il giudice di lassù vede questi pensieri, strappa questa gente alla loro stessa fiducia.