Domenica 9 Giugno : Isacco della Stella

Quando giunse l’ora della misericordia (Sal 101,15), il Buon Pastore discese da presso il Padre…, come era stato promesso da sempre. Venne a cercare l’unica pecora perduta. Per lei era stato promesso da sempre, per lei è stato mandato nel tempo; per lei è nato ed è stato donato, essendo eternamente predestinato per lei. Lei è unica, tratta insieme dai giudei e dalle nazioni…, presente in ogni popolo… ; è unica nel suo mistero, molteplice nelle persone, molteplice nella carne secondo la natura, unica nello Spirito secondo la grazia. Insomma, una sola pecora, e una folla innumerevole.

Ora, coloro che sono riconosciuti da quel Pastore come suoi, « nessuno li rapirà dalla sua mano » (Gv 10,28). Infatti non si può forzare la vera potenza, né ingannare la sapienza, né distruggere la carità. Per cui parla con franchezza colui che dice :…« Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato » (Gv 18,9).

È stato inviato come verità agli ingannati, come via agli smarriti, come vita a coloro che erano morti, come sapienza agli insensati, come medicina ai malati, come riscatto ai prigionieri, come cibo a coloro che morivano di fame. Per tutti costoro, si può dire che è stato inviato « alle pecore perdute della casa d’Israele » (Mt 15,24), perché non fossero perse in eterno. È stato inviato come un’anima in un corpo inerte, perché alla sua venuta, le membra si riscaldassero e rivivessero per una vita nuova, soprannaturale e divina: questa è la prima risurrezione (Ap 20,5). Perciò egli può dichiarare: « È venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l’avranno ascoltata vivranno » (Gv 5,25). Egli può dunque dire delle sue pecore: « Ascolteranno la mia voce e mi seguiranno; non seguiranno un estraneo » (Gv 10,4-5).