Domenica 9 Luglio : Sant Aelredo di Rievaulx

Coloro che si lamentano dell’asprezza del giogo del Signore forse non hanno rigettato completamente il giogo tanto pesante dei desideri del mondo. (…) Ditemi, cosa di più dolce, cosa di più riposante di non essere più agitati dalle pulsioni sregolate della carne (…)? Cosa tanto vicina alla tranquillità divina che non esser più toccati dagli affronti che ci pervengono, di non esser spaventati da alcun tormento, persecuzione, ma di conservare la medesima calma nella gioia e nell’avversità, di vedere con lo stesso occhio il nemico e l’amico, di essere simili a Colui “che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti”? (Mt 5,45)

Tutto ciò si trova nella carità, e nulla fuori della carità. Ugualmente, è in lei che risiede la vera tranquillità, la vera dolcezza, poiché è lei il giogo del Signore. Se accettiamo l’invito del Signore, troveremo ristoro per le nostre anime, poiché “Il giogo del Signore è dolce e il suo carico leggero”. E’ che “la carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto” (1Co 13,4-5).

Le altre virtù sono per noi come un veicolo per l’uomo stanco, o come il cibo per il viandante, o una luce per gente smarrita nelle tenebre, o delle armi per un combattente. Ma la carità – che deve trovarsi in tutte le virtù perché siano virtù – è per se stessa, in modo speciale, il ristoro per lo stanco, la casa per il viandante, la piena luce per chi arriva in fondo e la corona perfetta di chi riporta la vittoria.