Giovedì 17 Novembre : San Paolo VI
E’ troppo evidente, Roma non costituisce il termine del nostro pellegrinaggio nel tempo. Nessuna città santa, quaggiù, può costituire questo termine. Esso è nascosto al di là di questo mondo, nel cuore del mistero di Dio, per noi ancora invisibile: noi, infatti, camminiamo nella fede, non nella chiara visione, e ciò che noi saremo non è stato ancora manifestato. La nuova Gerusalemme, di cui noi siamo fin d’ora cittadini e figli , discende dall’alto, da presso Dio. Di questa sola Città definitiva non abbiamo ancora contemplato lo splendore, se non come in uno specchio, in maniera confusa, tenendo ferma la parola dei profeti. Ma fin d’ora ne siamo i cittadini o siamo invitati a divenirlo; ogni pellegrinaggio spirituale trae il suo senso interiore da questa destinazione ultima.
Così era della Gerusalemme celebrata dai salmisti. Gesù medesimo e Maria sua madre hanno cantato in terra, salendo a Gerusalemme, i cantici di Sion: «Bellezza perfetta, gioia di tutta la terra». Ma è dal Cristo ormai che la Gerusalemme di lassù riceve la sua attrattiva, è verso di Lui che noi siamo indirizzati con un cammino interiore.
(Riferimenti biblici: 1Gn 3,2; Ga 4,26; Ap 21,2; 1Co 13,12; Sal 49,2; Ps 47,3)