Il motivo che deve portarci a ricorrere alla preghiera è che tutto torna a nostro vantaggio. Il buon Dio vuole la nostra felicità e sa che solo con la preghiera possiamo procurarcela. Del resto, fratelli, quale più grande onore per una povera creatura come noi che Dio voglia abbassarsi fino a lei, intrattenersi con lei, in famiglia, come un amico col suo amico. Che bontà da parte sua che ci permette di dargli le nostre preoccupazioni, le nostre pene. E questo buon Salvatore si affretta a consolarci, a sostenerci nella prova, o, per meglio dire, soffre con noi. Ditemi, fratelli, non sarebbe rinunciare alla salvezza e alla felicità sulla terra se non pregassimo? Poiché, senza la preghiera, potremo solo essere disgraziati, mentre con la preghiera siamo certi di ottenere tutto ciò che ci è necessario nel tempo e per l’eternità, come tra poco vedremo.
Prima di tutto dico che tutto è promesso alla preghiera, poi che la preghiera ottiene tutto quando è ben fatta: è una verità che Gesù Cristo ripete quasi ad ogni pagina della Sacra Scrittura. E’ formale la promessa che Gesù ci ha fatto: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; e tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete” (Mt 7,7; 21,22). Gesù Cristo non si accontenta di dirci che la preghiera ottiene tutto. Per convincerci ancor più, ce lo assicura con giuramento: “In verità, in verità vi dico, tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo concederà” (Gv 15,16). Dalle parole di Cristo stesso, mi sembra, fratelli, che è impossibile dubitare del potere della preghiera.