Giovedì 22 Giugno : Tertulliano

E’ evidente che nessun ostacolo può impedire alla volontà di Dio di compiersi; non le auguriamo più successo nell’eseguire i suoi disegni, ma chiediamo che la sua volontà sia fatta in tutti.

Nell’immagine di carne e spirito, siamo noi, designati da cielo e terra. Ma, è ovvio, la natura della domanda resta, cioè, che la volontà di Dio si compia in noi sulla terra, affinché possa compiersi in noi in cielo. Ora, la volontà di Dio, quale è, se non che seguiamo le vie del suo insegnamento? Lo supplichiamo quindi di comunicarci la sostanza e l’energia della sua volontà, affinché siamo salvati sulla terra e in cielo, poiché la sua volontà essenziale è salvare i figli che ha adottati. Questa volontà di Dio, il Signore l’ha realizzata con la parola, l’azione e il dolore. In questo senso ha detto che non faceva la sua, ma la volontà del Padre.

Non c’è dubbio che faceva non la sua volontà, ma quella del Padre; questo è anche l’esempio che oggi ci dà: predicare, lavorare, soffrire fino alla morte. Per compierlo abbiamo bisogno della volontà di Dio. Dicendo: “Sia fatta la tua volontà”, noi ci rallegriamo del fatto che la volontà di Dio non sia mai un male per noi. Inoltre, con queste parole ci incoraggiamo di fronte alla sofferenza. Il Signore, per mostrarci in mezzo alle angosce della Passione che provava anche lui la debolezza della nostra carne, disse: “Padre, allontana questo calice”. Poi si ravvide: “Non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22,42). Era lui stesso la volontà e la potenza del Padre; ma, per insegnarci a pagare il debito del dolore, si ridona interamente alla volontà del Padre.