Giovedì 23 Gennaio : SantIreneo di Lione

Nel profeta Isaia, il Verbo stesso, la Parola di Dio dice che doveva manifestarsi in mezzo a noi – il Figlio di Dio, infatti, si è fatto figlio d’uomo – e lasciarsi trovare da noi che prima non lo conoscevamo: “Mi feci ricercare da chi non mi interrogava, mi feci trovare da chi non mi cercava. Dissi: “Eccomi, eccomi” a gente che non invocava il mio nome” (Is 65,1). (…) E’ il senso di quanto ha detto anche Giovanni Battista: “Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre” (Mt 3,9). Infatti, strappati al culto delle pietre attraverso la fede, i nostri cuori vedono Dio e diventano figli di Abramo che è stato giustificato per la fede. (…)

Il Verbo di Dio si è incarnato e venne ad abitare in mezzo a noi come dice Giovanni, suo discepolo (Gv 1,14). Grazie a lui, per la nuova vocazione, il cuore dei pagani è cambiato. La Chiesa porta ormai molti frutti, in coloro che sono salvati; e non è più un intermediario come Mosè, né un messaggero come Elia, ma il Signore stesso che ci salva e dà alla Chiesa più figli che all’antica sinagoga, come aveva predetto Isaia dicendo: “Esulta, o sterile che non hai partorito…” (Is 54,1; Gal 4,27). Dio trova gioia nel dare la sua eredità a nazioni lontane, a chi non apparteneva alla città di Dio, né sapeva chi era Dio. Ora dunque che, grazie a questa chiamata, la vita ci è stata data e che Dio ha portato a pienezza in noi la fede di Abramo, non dobbiamo più tornare indietro, voglio dire alla prima legge, poiché abbiamo ricevuto il Maestro della Legge, il Figlio di Dio, e con la fede in lui impariamo ad amare Dio con tutto il cuore e il prossimo come noi stessi.