Giovedì 24 Ottobre : San Giovanni dAvila

Ahimè! quanto grande è la nostra miseria! Restiamo lontano da Dio e ne soffriamo così poco che non lo sentiamo neppure! Credo che la causa della nostra tiepidezza stia nel fatto che finché non abbiamo preso gusto a Dio, non si riesca a capire cosa significa aver fame, né essere sazi. Per questo non abbiamo fame di lui e non ne abbiamo mai abbastanza delle creature. Il nostro cuore resta freddo, si divide fra Dio e le cose create, è indolente, senza forza e senza gusto per le cose di Dio.

Ora il Signore vuole a suo servizio non anime tiepide, ma cuori infiammati dal fuoco che lui porta sulla terra e che vuole che bruci (cf. Lc 12,49). Perché questo fuoco bruci si è lasciato consumare sulla Croce. Voleva che raccogliessimo il legno della Croce per riscaldarci alla sua fiamma e rispondere con amore al suo immenso amore; poiché è giusto che avvertiamo una dolce piaga d’amore quando lo vediamo non solo ferito, ma messo a morte per amore nostro. Sì, è giusto che ci sentiamo in causa di fronte all’amore di colui che si è offerto per amore a mani crudeli. (…)

Se il fuoco comincia a prendere in noi, abbiamo cura di coprirlo, perché non lo spenga il vento. Nascondiamolo sotto la cenere dell’umiltà e del silenzio, e non morirà. Ma soprattutto avviciniamoci al fuoco che brucia e arde, voglio dire a Gesù Cristo nostro Signore nel Santo Sacramento. Apriamo la nostra anima, la bocca del desiderio e corriamo a placare la nostra sete alla fonte d’acqua viva.