Giovedì 26 Novembre 2020 : Commento San Teodoro Studita
Che gioia sarà e quanto grande, quando uscirai da questo mondo ed andrai a stabilirti nelle regioni celesti, in Dio, nella luce inaccessibile (cf. 1 Tm 6,16), nel giorno che non conosce tramonto, nella felicità ineffabile, nella gloria inconcepibile, nelle dimore dei santi, l’atrio del Signore (cf. Sal 84,3), la chiesa dei primogeniti (cf. Eb 12,23), il seno di Abramo (cf. Lc 16,22), il paradiso tutto bellezza e virtù, la stanza nuziale che non è fatta da mano d’uomo, i beni invisibili, l’inaudito delle nostre aspirazioni, l’indicibile dei nostri desideri, i cori degli angeli, l’assemblea dei profeti, le apoteosi degli apostoli, il palazzo del re del cielo, la città del Dio di Giacobbe (cf, Is 2,3). Chi vedrai là? Chi ci sarà? La signora del mondo e la madre di Dio nostra Signora, le potenze invisibili, le dignità, cherubini e serafini, le armate e gli ordini dei sacerdoti e dei santi, le coorti, che non si possono nominare e che non hanno nome, abitanti di questi luoghi, infine la beata e pura Trinità stessa.
Ti incanta tutto ciò, fratello mio? Forte di tutto questo, anche se ti sbranano, senti ferite? Cosa? Per un piccolo dolore, un imprevisto, una punizione, per la sete o qualche mancanza nel cibo, ci lasceremo abbattere? Assolutamente no! E così Cristo nostro Dio ci custodirà, figli carissimi, e farà penetrare nei vostri santi cuori la mia indegna esortazione; li fortificherà, li illuminerà e li santificherà.