Giovedì 27 Giugno : San Gregorio Magno

“Egli conosce l’ingannatore e colui che è ingannato. Gli uomini di consiglio conduce a finire da insensati, e stolti rende quelli che amministrano la giustizia” (Gb 12,16-17). Se ogni uomo che tenta di ingannare il prossimo è ingiusto e se la Verità dice agli ingiusti: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!” (Mt 7,23), in che senso si dice qui che il Signore conosce l’ingannatore?

Per Dio, sapere significa sia costatare che approvare; egli conosce quindi l’uomo ingiusto perché lo giudica costatando – come infatti giudicherebbe che un uomo è ingiusto se non lo costatasse? – e tuttavia non conosce l’ingiusto perché non approva la sua condotta. Lo conosce dunque perché lo prende sul fatto; e non lo conosce perché non lo riconosce tale nello sguardo di sapienza.

Parallelamente si dice che un uomo veritiero non conosce falsità, non che non sappia biasimare la parola falsa di un altro, ma quello stesso inganno, se lo conosce perché l’analizza, non lo conosce nell’amore, in quanto non lo commette lui, ma, commesso da un altro, lo condanna.