Giovedì 28 Settembre : Isacco di Siria

Come possono gli esseri creati contemplare Dio? La vista di Dio è tanto terribile che Mosè stesso dice che teme e trema. Infatti quando la gloria del Signore apparve sul monte Sinai (Es 20), il monte era tutto fumante e vibrava sotto il peso della rivelazione; gli animali che si avvicinarono alle falde del monte non sopravvissero. I figli d’Israele si prepararono; si purificarono durante tre giorni secondo l’ordine dato da Mosè, per essere degni di udire la voce di Dio e di vedere la sua rivelazione. Ora quando venne il tempo non poterono né sopportare la visione della sua luce, né ascoltare la forza della sua voce di tuono.

Ora invece che egli ha riversato la sua grazia sul mondo con la sua venuta, non è nel terremoto, né nel fuoco, né annuncia con voce terribile e forte la sua discesa, bensì come rugiada sul vello (Gdc 6,37), come una goccia che cade lentamente sulla terra. Sotto un’altra apparenza è venuto fra noi. Ha infatti coperto la sua grandezza con il velo della carne. Di essa ha fatto un tesoro; ha vissuto fra noi in quella carne che la sua volontà si era plasmata nel seno della Vergine Maria, la Madre di Dio, perché, nel vederlo della nostra razza e vivere fra noi, non fossimo turbati dalla paura nel contemplarlo. Per questo, coloro che si sono avvolti nell’abito con il quale il Creatore apparve, in questo corpo che lo ha ricoperto, si sono rivestiti dello stesso Cristo (Gal 3,27). Hanno infatti desiderato portare nel loro uomo interiore (Ef 3,16) la stessa umiltà con la quale Cristo si è rivelato alla sua creazione e ha vissuto in essa, come si rivela ora ai suoi servi. Invece del vestito dell’onore e della gloria esteriori, si sono adornati di questa umiltà.