Giovedì 6 Luglio : San Gregorio Nisseno

“Alzati, amica mia, mia bella, e vieni!…” (Ct 2,10) Non basta di sollevarti dalla caduta, dice [lo Sposo], cammina e procedi nel bene fino alla fine della corsa verso la virtù. E’ ciò che ci insegna la storia del paralitico. Il Verbo non si accontenta di farlo alzare dal letto, ma gli dice di camminare (Mt 9,5): il camminare significa, penso, la progressione e crescita nel bene.

“Alzati, vieni”: quale potenza in questo comando! La voce di Dio è veramente una voce potente, come dice il salmista: “Ecco, tuona con voce potente” (Sal 68,34) e: “Egli parla e tutto è fatto, comanda e tutto esiste” (Sal 33,9). Nel nostro testo dice anche a colei che è addormentata: “Alzati, vieni”; e subito la sua parola diventa azione. Poiché appena ricevuta la potenza del Verbo, lei testimonia il Verbo stesso che la chiama, quando lui dice: “Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! O mia colomba” (Ct 2,12-13). (…)

Come lo Sposo aveva preso le sembianze di un serpente, quando lei giaceva a terra e fissava gli occhi su di lui, così, appena lei si è alzata ed ha rivolto il viso verso il Bene, voltando le spalle al male, lei prende le sembianze di ciò a cui è rivolta. Si volge verso la bellezza archetipa: ecco perché, avvicinandosi alla luce, lei diviene luce. E nella luce riflette la bella forma della colomba, voglio dire della colomba la cui forma rivela la presenza dello Spirito Santo.