Giovedì 6 Maggio 2021 : Commento Sant’Alfonso Maria de’ Liguori
In vista proprio di renderci più fiduciosi in lui, si è annientato (cfr. Fil 2,7), abbassandosi, per così dire, fino a farsi uomo, per conversare familiarmente con gli uomini (cfr. Ba 3,38). Non era abbastanza: si è fatto bambino; si è fatto povero; si è fatto persino mettere a morte, per ordine del tribunale, davanti a tutto il popolo, su una croce. Più ancora, arriva a nascondersi sotto le specie del pane per farsi nostro compagno di ogni giorno e unirsi a ognuno di noi in intima unione: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue – egli dice – dimora in me e io in lui” (Gv 6,56). Insomma, si direbbe che non ha amore che per voi, tanto vi ama.
Dunque, è lui che dovete amare, e null’ altro. Di lui potete e dovete dire: “Il mio diletto è per me e io per lui” (Ct 2,16); il mio Dio si è donato senza riserve e senza riserve a lui mi dono; sono stato scelto come oggetto della sua tenerezza; e lui, fra mille, fra tutti, lui bianco e vermiglio (cfr Ct 5,10), così amabile e così amante, è l’eletto del mio cuore, il solo che voglio amare.