Giovedì 7 Settembre : Santa Caterina da Siena

[Santa Caterina ha sentito Dio dirle:] Figlia carissima, nel Vangelo si racconta che, quando la mia Verità comandò al glorioso apostolo Pietro di gettare le reti in mare, Pietro rispose che tutta la notte aveva faticato senza prender nulla (Lc 5,5), ma – aggiunse – sul tuo comando le getterò. Lo fece; prese una tale grande quantità di pesci che non riusciva a tirarle da solo e dovette chiamare in aiuto i discepoli. Guarda questo atto di Pietro! Nella realtà appena descritta scoprirai una figura e capirai per tutto quanto ti ho detto che questa figura si applica a te. (…)

Pietro, ti ho detto, al comando del Verbo getta le reti: fu quindi obbediente, con la fede viva che avrebbe preso del pesce, ed infatti ne prese molto; ma non fu nella notte. Sai cosa è questo tempo della notte? E’ la notte tenebrosa del peccato mortale, dove l’anima è privata della luce della grazia. In questa notte, ella non saprebbe prendere nulla perché getta le reti del desiderio non nell’oceano della vita, ma nel mare morto dove non trova che l’errore che è nulla. Si affatica invano, tutti i suoi sforzi sono inutili. Coloro che si impongono tali pene si fanno martiri del demonio, non di Cristo crocifisso.

Ma, quando arriva il giorno, quando l’anima esce dalla notte del peccato per recuperare la luce della grazia ritrova allo stesso tempo nel suo spirito il comando della legge che le ho dato, di gettare le reti sulla parola di mio Figlio, amandomi sopra ogni cosa e il prossimo come se stesso. Docile da quel momento alla luce della fede, con ferma diducia, getta le reti sulla sua parola e segue la dottrina e l’esempio del dolce Verbo d’amore e dei suoi discepoli.