Giovedì 8 Luglio : Libro della Genesi 44,18-21.23b-29.45,1-5.
In quei giorni Giuda gli si fece innanzi e disse: “Mio signore, sia permesso al tuo servo di far sentire una parola agli orecchi del mio signore; non si accenda la tua ira contro il tuo servo, perché il faraone è come te!
Il mio signore aveva interrogato i suoi servi: Avete un padre o un fratello?
E noi avevamo risposto al mio signore: Abbiamo un padre vecchio e un figlio ancor giovane natogli in vecchiaia, suo fratello è morto ed egli è rimasto il solo dei figli di sua madre e suo padre lo ama.
Tu avevi detto ai tuoi servi: Conducetelo qui da me, perché lo possa vedere con i miei occhi.
Ma tu avevi soggiunto ai tuoi servi: Se il vostro fratello minore non verrà qui con voi, non potrete più venire alla mia presenza.
Quando dunque eravamo ritornati dal tuo servo, mio padre, gli riferimmo le parole del mio signore.
E nostro padre disse: Tornate ad acquistare per noi un pò di viveri.
E noi rispondemmo: Non possiamo ritornare laggiù: se c’è con noi il nostro fratello minore, andremo; altrimenti, non possiamo essere ammessi alla presenza di quell’uomo senza avere con noi il nostro fratello minore.
Allora il tuo servo, mio padre, ci disse: Voi sapete che due figli mi aveva procreato mia moglie.
Uno partì da me e dissi: certo è stato sbranato! Da allora non l’ho più visto.
Se ora mi porterete via anche questo e gli capitasse una disgrazia, voi fareste scendere con dolore la mia canizie nella tomba.
Allora Giuseppe non potè più contenersi dinanzi ai circostanti e gridò: “Fate uscire tutti dalla mia presenza!”. Così non restò nessuno presso di lui, mentre Giuseppe si faceva conoscere ai suoi fratelli.
Ma diede in un grido di pianto e tutti gli Egiziani lo sentirono e la cosa fu risaputa nella casa del faraone.
Giuseppe disse ai fratelli: “Io sono Giuseppe! Vive ancora mio padre?”. Ma i suoi fratelli non potevano rispondergli, perché atterriti dalla sua presenza.
Allora Giuseppe disse ai fratelli: “Avvicinatevi a me!”. Si avvicinarono e disse loro: “Io sono Giuseppe, il vostro fratello, che voi avete venduto per l’Egitto.
Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita.»
Il mio signore aveva interrogato i suoi servi: Avete un padre o un fratello?
E noi avevamo risposto al mio signore: Abbiamo un padre vecchio e un figlio ancor giovane natogli in vecchiaia, suo fratello è morto ed egli è rimasto il solo dei figli di sua madre e suo padre lo ama.
Tu avevi detto ai tuoi servi: Conducetelo qui da me, perché lo possa vedere con i miei occhi.
Ma tu avevi soggiunto ai tuoi servi: Se il vostro fratello minore non verrà qui con voi, non potrete più venire alla mia presenza.
Quando dunque eravamo ritornati dal tuo servo, mio padre, gli riferimmo le parole del mio signore.
E nostro padre disse: Tornate ad acquistare per noi un pò di viveri.
E noi rispondemmo: Non possiamo ritornare laggiù: se c’è con noi il nostro fratello minore, andremo; altrimenti, non possiamo essere ammessi alla presenza di quell’uomo senza avere con noi il nostro fratello minore.
Allora il tuo servo, mio padre, ci disse: Voi sapete che due figli mi aveva procreato mia moglie.
Uno partì da me e dissi: certo è stato sbranato! Da allora non l’ho più visto.
Se ora mi porterete via anche questo e gli capitasse una disgrazia, voi fareste scendere con dolore la mia canizie nella tomba.
Allora Giuseppe non potè più contenersi dinanzi ai circostanti e gridò: “Fate uscire tutti dalla mia presenza!”. Così non restò nessuno presso di lui, mentre Giuseppe si faceva conoscere ai suoi fratelli.
Ma diede in un grido di pianto e tutti gli Egiziani lo sentirono e la cosa fu risaputa nella casa del faraone.
Giuseppe disse ai fratelli: “Io sono Giuseppe! Vive ancora mio padre?”. Ma i suoi fratelli non potevano rispondergli, perché atterriti dalla sua presenza.
Allora Giuseppe disse ai fratelli: “Avvicinatevi a me!”. Si avvicinarono e disse loro: “Io sono Giuseppe, il vostro fratello, che voi avete venduto per l’Egitto.
Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita.»