Nonostante il buono stato di conservazione (tale è giudicata nella perizia del 31 gennaio 1893 precedente la demolizione) e le magnificenti forme di impostazione tardo barocca, la chiesa settecentesca di Anguillara fu abbattuta nel 1897 per consentire i lavori di consolidamento degli argini dell’Adige. Per il nuovo edificio fu scelto un luogo più distante dal fiume, su terreno ceduto dall’Arca del Santo al comune in località allora denominata Barconi. La realizzazione, a cura del Comune, ebbe inizio ufficialmente nel 1897 ma l’inaugurazione poté avvenire solo nel 1905 per ritardi causati da difficoltà tecniche e burocratiche.
Nel frattempo le funzioni sacre si svolgevano al Capitello ampliato per l’occasione con una baraccatura in legno. Semplice e sobria nelle forme, esternamente appare di stile romanico, con la muratura in mattoni a vista abbellita da elementi in pietra bianca, le arcatelle sottocornice, le finestre strette e lunghe; all’interno gli archi acuti della navata, i costoloni e le volte a vela del presbiterio e della zona absidale, richiamano vagamente lo stile gotico. Ha pianta complessivamente rettangolare con una capiente navata a cui si accede dal portale sulla parete sud e da ingressi laterali; elevato di tre gradini è l’ampio presbiterio seguito dal coro e dalla parte absidale. Ai lati, simmetricamente, la sagrestia e una navata minore.
A sinistra, volgendo le spalle alla piazza, è il maestoso campanile dall’acuta cuspide piramidale. La costruzione è realizzata in posizione dominante sopra un terrapieno che è anche sagrato, con la facciata a sud a guardare ancora una volta il fiume. Conserva tutti i principali arredi già presenti nell’edificio demolito. All’esterno, sulla sommità della facciata, le tre statue di S. Andrea, S. Gaetano e S. Antonio attribuite ad Enrico Merengo. All’interno, a chiudere il presbiterio, il monumentale altare attribuito allo scultore Antonio Bonazza, affiancato dalle belle statue di S. Andrea e S. Pietro In posizione simmetrica, ai lati della navata, rispettivamente gli altari della B. V. del Rosario e della B.V. del Carmine (in un secondo tempo dedicato al Sacro Cuore di Gesù), di S. Antonio e di S. Gaetano, questi ultimi già appartenuti alla chiesa di S. Lorenzo in Venezia.
Dalla chiesa settecentesca provengono poi la pregevole pala del primo Seicento posta sopra l’ingresso laterale di levante (raffigura i santi Andrea, Pietro e Antonio), i quadri della sagrestia (degni di nota un san Giuseppe e un S. Girolamo del XVII secolo), il pulpito, il vecchio fonte battesimale e altre suppellettili. Anche l’organo, del padovano Annibale Pugina, figura nella nota delle cose trasportate. Sono di inizio secolo le statue dell’altare della Vergine e del Sacro Cuore, donate nel 1909 dalla famiglia Simon. Proveniva dalla chiesa demolita anche la balaustrata in marmo rosso con cancello in ferro battuto che ornava fino ad alcuni decenni fa il presbiterio, separandolo dalla navata.
Gli affreschi sul soffitto e sulle pareti, opera dei fratelli Migliolaro di Montegrotto, risalgono agli anni Cinquanta (del Novecento). Sono dipinti l’assunzione in cielo della Vergine, le crocifissioni di Gesù Cristo e di S. Andrea, il Cristo risorto accompagnato dal suono degli Angeli, i quattro Evangelisti. Degradato dalle intemperie è andato perduto l’affresco sulla lunetta sopra la porta principale raffigurante la Sacra Famiglia, del pittore Manzoni, ora sostituito da un mosaico riproducente il Cristo Pancreator, opera recente dell’artista rumeno Michael Ivanov.
L. Polo
Fonte: www.comune.anguillaraveneta.pd.it