Lunedì 10 Marzo : San Gregorio Magno
Ma occorre sapere, noi andiamo alla presenza del Signore in due modi. Prima in questo mondo, quando, considerando con scrupolo i peccati, ci presentiamo a lui e fra le lacrime diventiamo giudici di noi stessi. Sì, tutte le volte che prendiamo coscienza della potenza del Creatore, ci mettiamo in presenza del Maestro. (…)
Ci presenteremo pure al Signore in altro modo, il giorno del giudizio ultimo, quando compariremo davanti al suo tribunale. (…) Quando il giusto contempla il rigore del giudice che deve venire, rimette i peccati in memoria, si lamenta del male commesso e con rigore diventa giudice di se stesso, per non essere giudicato; al contrario più l’ipocrita piace esternamente agli uomini, più disdegna di guardarsi nell’interiorità; si consegna interamente alle parole di chi lo circonda e si immagina santo perché si crede come lo vedono gli uomini. Ed ecco che perde il suo spirito nelle parole che lo lodano, e mai considera che così offende il giudice interiore; non trae nulla dal proprio rigore perché crede di essergli gradito quanto è gradito agli uomini. (…)
E’ saggio quindi dire: “Non comparirà davanti a lui nessuno degli ipocriti”, poiché l’ipocrita non si mette davanti al rigore di Dio, quando desidera ardentemente piacere agli occhi degli uomini. Ma, se scrutasse la sua anima, se si mettesse in presenza di Dio, non sarebbe più ipocrita.