Lunedì 13 Febbraio : San Gregorio Magno
Spesso, infatti, il termine di stolto designa nel popolo i poveri. (…) Ora, il nostro Redentore aveva lasciato da parte i sapienti e i ricchi ed era venuto a cercare i poveri e gli stolti. Ed ora dice anche, come per aumentare il suo dolore: “Anche gli stolti hanno ribrezzo di me”. Cioè: sono stato disprezzato da quelli stessi che ho voluto guarire con la stoltezza della mia predicazione. La Scrittura dice infatti: “Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione” (1Co 1,21). Il Verbo infatti è la sapienza di Dio e ciò che si chiama stoltezza di questa sapienza è la carne del Verbo: davanti all’impotenza degli uomini carnali di comprendere con la loro prudenza la sapienza di Dio, è con la stoltezza della sua predicazione, cioè con la carne del Verbo, che egli ha voluto guarirli. Ecco perché dichiara: “Anche gli stolti hanno ribrezzo di me”.
Era dire apertamente: Sono disprezzato dagli stessi che ho voluto salvare senza timore di passare per stolto. Il popolo dei giudei, osservando i miracoli del nostro redentore, davanti a questi segni l’onoravano dicendo: “Ecco il Cristo”, ma, costatando la debolezza della sua umanità, disdegnavano di crederlo creatore e dicevano: “No, inganna la gente!” (Gv 7,12); ed anche può aggiungere: “E quando mi sono allontanato da loro, hanno avuto ribrezzo di me” (Gb 19,18 Vg).