Lunedì 13 Novembre : San Gregorio Magno

“Ma adesso, il dolore m’ha oppresso e tutte le mie membra sono come scompaginate” (Gb 16,8 Vg) La santa Chiesa è distrutta dal dolore quando vede crescere il male negli uomini pervertiti. E siccome la crescita dei perversi contagia anche i deboli portati a seguire le passioni della depravazione, Giobbe è in diritto di dire: “Le mie membra sono come scompaginate”. Poiché le ossa designano i forti e le membra i deboli. I membri della Chiesa sono dunque annientati quando, imitando i perversi che aumentano in questo mondo, i deboli diventano sempre più deboli. Poiché, di fronte alla felicità dei cattivi, spesso perdono la fede e soccombono, desiderano i beni temporali, e sono come annientati in quanto abbandonano l’essenza immutabile di Dio, scelgono il transitorio, si può dire che vanno verso il non-essere.

Ed è saggio dire: “Ma adesso, il dolore m’ha oppresso”, perché, lo vediamo, è ora per la Chiesa il tempo del dolore, il tempo della gioia verrà dopo. Ma succede spesso che la santa Chiesa non ha solo da soffrire infedeli ed avversari che si trovano fuori di lei: ha la pena di sopportare insidie e ostilità da coloro che porta in seno. La bocca del beato aggiunge anche questa parola, senza tardare: “Le grinze della mia pelle rendono testimonianza contro di me”. Le grinze possono rappresentare altro che la doppiezza? Le grinze sono dunque tutti i membri della santa Chiesa che hanno una doppia vita, proclamano a parole la fede, la rinnegano negli atti. (…) Tuttavia queste grinze la Chiesa non le ha nei suoi eletti, poiché non sanno, loro, dissociare attitudine esteriore e vita interiore.