Lunedì 17 Aprile : Beato Maria Eugenio di Gesù Bambino

L’infanzia spirituale fatta di povertà gelosamente conservata apparteneva a Nicodemo, uomo stimato fra i Giudei. Poteva farla sua, senza nulla togliere a quanto esigevano il suo rango e l’esercizio delle sue funzioni, senza prendere attitudini e linguaggio infantili… Doveva farla sua, poiché per rinascere al soffio dello Spirito, occorre essere povero, fiducioso e in tutto dipendente da Dio. O piuttosto, rinascere non è altro che diventare progressivamente un bambino.

Mentre infatti la generazione nell’ordine naturale, che si realizza nel seno della madre, si sviluppa in una separazione progressiva fino a che il bambino possa vivere la sua vita indipendente e perfetta, la generazione spirituale si fa in senso inverso con una progressiva assimilazione nell’unità. Separati da Dio col peccato, siamo illuminati dalla sua luce, presi nel legame sempre più stretto del suo amore, fino a che, diventati veri bambini, ci perdiamo nel suo seno, vivendo solo della sua vita e del suo Spirito.

“Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio” (Rm 8,14), cioè coloro che, per la povertà spirituale e il distacco da se stessi hanno perso i loro progetti e sono entrati nel seno di Dio dove la loro vita e i loro movimenti dipendono in tutto dallo Spirito che genera. Questo è il valore dell’infanzia spirituale. Perfettamente realizzata è già santità.