Lunedì 28 Agosto : Doroteo di Gaza

La bontà di Dio, come spesso lo ripeto, non ha abbandonato quelli che Lui ha creato, ma si volge ancora verso di loro a ricordare di nuovo: « Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. » (Mt 11,28). Sarebbe a dire: eccovi stanchi, eccovi infelici, avete fatto l’esperienza del male a causa della vostra disobbedienza. Orsù convertitevi, finalmente; (…) vivete nell’umiltà, voi che eravate morti a causa dell’orgoglio. (…)

Oh, fratelli miei, cosa non fa l’orgoglio, e che potere possiede l’umiltà! Che bisogno c’era di tutte queste deviazioni? Se fin dall’inizio, l’uomo fosse rimasto umile e avesse obbedito a Dio(…), non sarebbe caduto. Anche dopo la sua caduta, Dio ha fornito l’opportunità di pentirsi e di ottenere misericordia; ma (l’uomo) ha tenuto la testa alta. Dio, in effetti, chiamò l’uomo e gli disse: « Dove sei? » (Gn 3,9), sarebbe a dire: « Come hai fatto a cadere così in basso? » (…) Poi gli chiede: « Perché hai peccato? Perché hai disobbedito? », volendo, in questo modo, fargli dire: « Perdonami ». Ma (…)non c’è né umiltà né pentimento bensì il contrario. L’uomo replica: « La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato » (Gn 3,12); egli non dice « la mia donna » ma « la donna che tu mi hai posta accanto », come per dire: « Il carico che tu mi hai messo sulla testa ». È così, fratelli: quando un uomo non accetta di vedersi peccatore, non teme di accusare Dio stesso.

Dio si rivolge poi alla donna e dice: « Perché nemmeno tu hai osservato il mio comandamento?», come se dicesse: « Almeno tu dimmi: Perdonami, affinché la tua anima si umili e ottenga misericordia ». Ma (…) la donna risponde a sua volta: « Il serpente mi ha ingannata » (v. 13), come per dire: « Se lui ha peccato perché dovrei essere io la colpevole? » Cosa fate, sciagurati? (…) Riconoscete la vostra colpa; abbiate pietà della vostra nudità! Ma nessuno si è degnato di riconoscersi peccatore.