Lunedì 3 Aprile : San Gregorio Nisseno

Un insieme profumato e armonioso di erbe varie e diverse, ciascuna col suo particolare profumo, costituisce un’essenza profumata la cui composizione prende il nome di nardo, nome preso da una delle erbe profumate che entrano nella sua preparazione; il profumo diffuso dall’insieme di tutte queste erbe particolari è percepita da chi possiede una sensibilità purificata come il buon profumo dello Sposo stesso. (…)

E se il nardo del Vangelo è in qualche modo simile al profumo della Sposa [del Cantico dei Cantici], si può dedurre, se lo si desidera, da ciò che abbiamo scritto che era quel “vero nardo, molto costoso” (Gv 12,3), che fu versato sulla testa del Signore e riempì tutta la casa del suo profumo. Forse infatti quel profumo non era diverso da quello che dà alla Sposa il profumo dello Sposo. Nel Vangelo è versato sul Signore e riempie di buon profumo la casa nella quale sarebbe stata la cena. Qui anche, mi pare, la donna aveva significato in anticipo con questo profumo, per qualche profetica ispirazione, il mistero della morte del Signore, come lui stesso rivela dicendo: “”Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura”. E ci insegna che la casa riempita del buon profumo significa il mondo intero e tutta la terra quando dice: “dovunque sarà predicato questo vangelo, nel mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha fatto, in ricordo di lei” (Mt 26,12-13).

Come nel Cantico dei Cantici il nardo dà alla Sposa il profumo dello Sposo, così nel Vangelo il buon profumo di Cristo si comunica a tutto il corpo della Chiesa, su tutta la terra e nel mondo intero, lui che allora aveva riempito la casa.