Lunedì 3 Maggio 2021 : Commento San Paolo VI
Gli Apostoli, fedeli alla memoria di Gesù, si rallegravano con i nuovi credenti, perché avevano trovato in lui il Pastore delle loro anime, anzi il Principe dei Pastori. Giunta poi l’ora di far ritorno al Padre, lasciando questo mondo, Gesù volle scegliersi e chiamare altri “pastori secondo il suo cuore” (Ger 3,15). Lo fece per sua libera elezione, affinché continuassero la sua stessa missione, in tutto il mondo, sino alla fine dei secoli. Essi saranno i suoi inviati, i suoi messaggeri, i suoi apostoli. Essi non saranno pastori se non nel suo Nome, per il bene del gregge e in virtù del suo Spirito, a cui dovranno rimanere fedeli.
Primo fra tutti Pietro, che, dopo la sua triplice professione di amore verso Gesù, è nominato pastore delle sue pecore e dei suoi agnelli (Gv 21, 15). Poi tutti gli apostoli. E dopo di loro, altri ancora, ma tutti nel medesimo Spirito. E tutti, in ogni tempo, dovranno guidare il gregge del Signore, ad essi affidato non come dominatori, ma come modelli, del gregge (1 Pt 5,3), con pieno disinteresse, con slancio del cuore. Solo così essi potranno ricevere un giorno il premio meritato, quando riapparirà il Principe dei Pastori.