Lunedì 3 Marzo : San Gregorio Magno
Ma quando uno brucia dal desiderio d’eternità, allora con penetrante autocritica passa al vaglio ogni sua azione, cerca in sé se c’è qualcosa che possa offendere lo sguardo del Creatore; e Giobbe ha il diritto di aggiungere: “Quante ho io iniquità e peccati? Fammi conoscere le mie scelleraggini e delitti” (Gb 13,23). Ecco in questa vita il pesante retaggio del giusto, scoprirsi lui stesso e scoprendosi piangere, correggersi per diventare migliore. (…)
Ogni uomo quindi, che nell’ansia del desiderio di eternità desidera presentarsi davanti al giudice che viene, si esamini ora con tanta più precisione di quanto sia richiesta, sì, come comparire davanti al terribile giudice da uomo libero: lo supplichi di mostragli in cosa non gli è gradito, per punirsi con la penitenza e, diventando in questo mondo giudice di se stesso, non essere più sottoposto al giudizio del Giudice.