Martedì 12 Aprile : Sant’Agostino

Quando il Signore, il Pane di Vita (Gv 6,35), aveva dato il pane a questo morto e, nel consegnare il pane, aveva indicato colui che stava tradendo il pane vivo, gli disse: “Quello che devi fare, fallo al più presto”. Non ha comandato il crimine: ha scoperto il suo male a Giuda, e ha annunciato il nostro bene. Il fatto che Cristo sia stato consegnato non è stato il peggio per Giuda e il meglio per noi? Giuda, dunque, che danneggia se stesso, agisce per noi senza saperlo.

“Quello che devi fare, fallo al più presto”. La parola di un uomo pronto, non di un uomo irritato. Una parola che annuncia non tanto la punizione del traditore quanto la ricompensa del redentore, di colui che riscatta. Perché dicendo: “Quello che devi fare, fallo al più presto”, Cristo, più che guardare al crimine dell’infedele, cerca di affrettare la salvezza dei credenti. “Egli è stato consegnato per i nostri peccati; ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei” (Rm 4,25; Ef 5,25). Questo è ciò che fa dire all’apostolo Paolo: “Mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2,20). (Gal 2:20). Infatti, nessuno avrebbe consegnato Cristo se lui stesso non l’avesse fatto. (…) Quando Giuda lo tradisce, è Cristo che si consegna; l’uno negozia la sua vendita, l’altro la nostra redenzione. “Quello che devi fare, fallo al più presto”: non che sia in tuo potere, ma è la volontà di colui che può fare tutto. (…)

“Non appena ebbe mangiato, Giuda uscì. Era notte. E colui che usciva era lui stesso notte. Poi, quando la notte fu passata, Gesù disse: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato! Allora il giorno trasmette la parola al giorno (Sal 18,3), cioè Cristo la affida ai suoi discepoli perché lo ascoltino e lo seguano nell’amore. (…) Qualcosa di simile accadrà quando questo mondo vinto da Cristo passerà. Allora la zizzania cesserà di mescolarsi al grano e i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro (Mt 13,43).