Martedì 17 Novembre 2020 : Commento Sant’Efrem Siro

Zaccheo pregava così nel suo cuore: “Beato chi è degno di ricevere questo Giusto nella sua casa”. Nostro Signore gli dice: “Zaccheo, scendi subito!” E lui, vedendo che il Signore conosceva il suo pensiero, dice: “Se conosce ciò, sa anche tutto ciò che ho fatto”. Ecco perché dichiara: “Se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto”.

“Presto, scendi dal fico, poiché voglio venire a casa tua”. Grazie a questo secondo fico, quello di questo capo dei pubblicani, il primo, quello di Adamo, è dimenticato, ed anche il nome di Adamo è superato grazie al giusto Zaccheo (…): “Oggi la vita è arrivata in questa casa”. (…) Con la sua pronta obbedienza chi ieri era solo un ladro oggi diviene un benefattore; chi ieri era esattore delle imposte, oggi diventa un discepolo.

Zaccheo ha lasciato la legge antica; è salito su un albero di fico inerte, segno del suo spirito sordo. Ma questo salire è segno della salvezza. Ha abbandonato la bassezza; è salito in alto per vedere la divinità. Nostro Signore si affretta a farlo scendere dal fico disseccato, il suo vecchio modo di essere, perché non resti sordo. E mentre si accendeva in lui l’amore per nostro Signore, ha bruciato in sé l’uomo vecchio per formare un uomo nuovo.