Martedì 22 Dicembre 2020 : Commento Un’omelia greca del IV secolo
«Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili» (…). Gli umili, i popoli pagani che erano affamati di giustizia (Mt 5,6) sono stati esaltati. Facendosi umili e desiderosi di ricevere la parola di Dio, come la cananea che si accontenta delle briciole (Mt 15,27), sono stati saziati delle ricchezze dei divini misteri. Poiché nostro Signore Gesù Cristo, figlio di Maria Vergine, ha voluto elargire ai pagani tutti i suoi doni divini. «Ha soccorso Israele, suo figlio», non un qualunque Israele, ma suo figlio, di cui riconosce la condizione elevata. Ecco perché la Madre di Dio chiama questo popolo suo figlio e sua eredità. Dio chiama a partecipare alla grazia questa gente sfinita dalla lettera, estenuata dalla Legge. Dando questo nome a Israele, lo soccorre «ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre». Queste semplici parole riassumono tutto il mistero della salvezza. Per salvare l’umanità e sigillare il patto fatto coi nostri padri, Gesù Cristo «Abbassò i cieli e discese» (Sal 18,10). E così si è manifestato a noi, mettendosi alla nostra portata, perché noi potessimo vederlo, toccarlo, sentirlo parlare.