Martedì 25 Giugno : Guigo il Certosino

La dolcezza della vita beata è ricercata nella lettura, trovata nella meditazione, chiesta nella preghiera e gustata nella contemplazione. Ecco perché il Signore stesso dice: “Cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Mt 7,7). Cercate leggendo, troverete meditando. Bussate pregando, entrerete contemplando. La lettura presenta in qualche modo un cibo solido per la bocca, la meditazione la mastica e la sminuzza, la preghiera ottiene il senso del gusto, la contemplazione è la dolcezza stessa che rallegra e ricrea. La lettura raggiunge l’esterno, la meditazione penetra nell’interno, la preghiera esprime il desiderio, e la contemplazione assapora la dolcezza ottenuta. Lo spirito vede che non può raggiungere da se stesso la dolcezza tanto desiderata della conoscenza e dell’esperienza. Più il cuore diventa profondo, più l’altezza di Dio gli appare lontana. Si umilia allora e si rifugia nella preghiera. (…)

“Ho meditato a lungo nel mio cuore e un fuoco si è acceso nella meditazione: il desiderio di conoscerti di più. Quando spezzi per me il pane della santa Scrittura, divieni conosciuto a me nella frazione del pane ( cf. 24,30-35). E più ti conosco, più desidero conoscerti, non solo nell’esterno della lettera ma nel sapore dell’esperienza. Non chiedo ciò, Signore, per i miei meriti, ma per la tua misericordia. Confesso, infatti, che sono peccatore e indegno, ma “i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni” (Mt 15,27). Dammi, Signore, i segni dell’eredità futura, una goccia almeno della pioggia celeste per togliermi la sete, poiché brucio d’amore”.