Martedì 25 Luglio : Pio XII
Con impetuosità generosa Giacomo aveva ben iniziato; ma come ha continuato? Il Vangelo ci racconta qualche passo. Da parte di Gesù, di cui l’amore non cambia, egli fu oggetto di speciale predilezione. Lui, suo fratello Giovanni e Pietro, loro vicino e compagno di pesca, formavano una triade alla quale Gesù riserva particolari favori: furono i soli testimoni (…) della sua gloria nella Trasfigurazione (Mt 17,1-8), della sua tristezza e della sottomissione nell’agonia del Getsemani (Mc 14,33). Ma è qui precisamente che Giacomo mancò di fedeltà al divin Maestro. Eppure lo aveva amato con sincerità; lo aveva seguito con ardore; e non senza ragione Gesù aveva dato ai due fratelli, figli di Zebedeo il soprannome di “figli del tuono” (Mc 3,17). La loro madre, ambiziosa, (…), un giorno aveva osato chiedere a Gesù per i suoi figli i primi posti nel regno. Alla domanda del Salvatore: “Potete bere il calice che io berrò?” i due interessati avevano risposto in buola fede: “Lo possiamo” (Mt 20,20-22).
Oh Giacomo, tuo fratello Giovanni, l’Apostolo dell’amore, sarà almeno presente sul Calvario; ma tu, dove sarai allora? La defezione cominciò al Getsemani, quando i tre apostoli preferiti si attirarono questa dolorosa lamentela del Salvatore: “Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me?” (Mt 26,40) (…) Ma S. Giacomo bevve effettivamente il calice che Gesù gli aveva predetto (…): morì martire (cfr. At 12,12). La debolezza dell’abbandono nelle ore tristi della Passione era stata perdonata e dimenticata dal Redentore.