Martedì 28 Febbraio : San Giovanni Cassiano

“Padre nostro”. Confessiamo che Dio e Signore dell’universo è nostro Padre, con la nostra bocca; ed è lì che affermiamo di essere stati chiamati dalla condizione di servi a quella di figli adottivi.

E aggiungiamo: “Che sei nei cieli”. Il tempo della nostra vita non è più allora che un esilio; e questa terra, una terra straniera, che ci separa dal Padre. Fuggiamola; e affrettiamoci, con tutto l’ardore del desiderio, verso la regione dove proclamiamo che sta il Padre! Pervenuti alla dignità di figli di Dio, presto bruceremo della tenerezza che è nel cuore di tutti i buoni figli; e senza più pensare al nostro interesse avremo unicamente la passione della gloria del Padre.

Gli diremo: “Sia santificato il tuo nome”, a testimonianza che la sua gloria è il nostro desiderio e la nostra gioia, a imitazione di colui che ha detto: “Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che l’ha mandato è veritiero, e in lui non c’è ingiustizia” (Gv 7,18). (…)

Queste parole: “Sia santificato il tuo nome” si potrebbero benissimo spiegare anche nel senso che Dio sia santificato dalla nostra perfezione. E perciò dirgli: “Sia santificato il tuo nome” sarebbe come dirgli: “Padre, rendici tali da meritare di conoscere, capire la grandezza della tua santità, o almeno che questa santità pervada tutta la nostra vita spirituale!” E’ ciò che si compie in noi quando “gli uomini vedono le nostre opere buone e glorificano il Padre che sta nei cieli” (Mt 5,16).