Martedì 28 Maggio : Tommaso di Celano

Per quarant’anni Chiara aveva corso nello stadio dell’altissima povertà, quand’ecco che si trovò vicina al premio della chiamata del cielo, preceduta da diverse infermità. (…) Accelera ormai la divina Provvidenza il compimento del suo disegno nei riguardi di Chiara; si affretta Cristo ad innalzare la povera pellegrina al palazzo del regno celeste. Ormai ella arde e sospira nel desiderio di essere liberata da questo corpo di morte e di vedere Cristo regnare nelle eterne dimore, dopo averlo seguito povero in terra con tutto il cuore, da poverella. (…)

Il letto della madre è circondato dalle figlie. (…) Volgendosi poi a se stessa, la vergine santissima parla silenziosamente alla sua anima: «Va’ sicura – le dice – perché hai buona scorta, nel viaggio. Va’, perché Colui che t’ha
creata, ti ha santificata e sempre guardandoti come una madre suo figlio, ti ha amata con tenero amore». E tu, Signore – soggiunge – sii benedetto, che mi hai creata». Interrogandola una delle sorelle a chi stesse parlando, rispose: « Io parlo all’anima mia benedetta ». E ormai quella gloriosa scorta non era molto lontana. Volgendosi infatti a una figlia, le domanda: «Vedi tu il Re della gloria, che io vedo, o figlia?» (…)

Benedetto quest’esodo dalla valle della miseria, che fu pel lei ingresso nella vita beata! Ormai, in cambio della penuria del cibo, si rallegra al convito dei cittadini del cielo; ormai, in cambio dell’umile cenere, beata nel regno dei cieli, è resa splendente dalla stola della gloria eterna.