Martedì 29 Agosto : San Massimo di Torino

Tra i titoli di gloria del santo e beato Giovanni Battista, di cui oggi celebriamo la festa, non so a quale dare la preferenza: alla sua nascita miracolosa o alla sua morte ancor più miracolosa? La nascita ha portato una profezia (Lc 1,67s), la morte la verità; la nascita ha annunciato la venuta del Salvatore, la morte ha condannato l’incesto di Erode. Questo santo uomo (…) ha meritato agli occhi di Dio di non scomparire come tutti gli altri uomini di questo mondo: ha lasciato il corpo ricevuto dal Signore testimoniandolo. Giovanni ha compiuto in tutto la volontà di Dio, poiché la sua vita come la sua morte corrispondono ai disegni di Dio. (…)

E’ ancora nell’intimo del grembo di sua madre quando celebra la venuta del Signore, con i suoi movimenti di gioia, poiché non poteva farlo con la voce. Elisabetta dice alla santa Maria “Appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo” (Lc 1,44). Giovanni esulta dunque prima di nascere, e prima che con gli occhi conosca il mondo, con lo spirito già riconosce colui che ne è il signore. Penso che si trova lì il senso della frase del profeta: “Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato” (Ger 1,5). Non meravigliamoci dunque se, chiuso nella prigione dove Erode lo aveva fatto mettere, egli continua a predicare Cristo per mezzo dei suoi discepoli (Mt 11,2), poiché, racchiuso nel seno di sua madre, annunciava già coi suoi sussulti di gioia la venuta del Signore.