Martedì 3 Ottobre : Venerabile Madeleine Delbrêl

Là dove si è seguito Gesù Cristo, si glorifica Dio chiamandolo Dio, ma nello stesso tempo, è inevitabile, si chiama in lui ogni uomo per nome. A questa chiamata, può succedere che qualcuno non risponda… mai. Si potrebbe pensare una dottrina del fallimento. Per chi è operaio di Dio, però, può sembrare che i suoi compiti falliscano, ma il lavoro che comprende questi compiti non fallisce, perché è il lavoro di Dio: e non c’è alcun fallimento in Dio.

Ma ci appartiene che uno dei nostri compiti non fallisca: è la croce che ci è stata riservata da “completare nella Passione di Cristo”. Lì si tratta di amare; ma non come un artista, senza errore, senza difetto, senza sussulti: bisogna “amare Dio con tutte le forze” (cfr. Lc 10,27). Dopo “con tutte le forze”, può succedere che siamo faccia a terra, vinti, ‘rivoltati’ senza capire di esserlo: non ci sarà fallimento per la redenzione, ma senz’altro non ne sapremo nulla.

Tutto ciò è una vita in cui nulla può assicurarci di vivere bene, poiché nulla vi si pesa con le nostre misure. Cento volte ci sembrerà d’aver preso la terra nelle braccia, nel cuore e aver passato tutto ciò che gli altri uomini chiamano gioventù, maturità, vecchiaia vicino a un filo d’erba che non è nemmeno cresciuto. Ma quando la vita eterna si spalancherà per noi, quando toccherà morire, prima di vedere Dio, può succedere che ci vediamo grandi come un filo d’erba. Non saremo allora certi della nostra giustizia, ma della misericordia di Dio.