Martedì 31 Dicembre : San Clemente dAlessandria

Il discendente di David che esisteva prima di David, il Verbo di Dio non considerò la lira e la cetra, strumenti senz’anima, ma dispose tutto nell’universo con lo Spirito Santo e in modo particolare questa sintesi del mondo che è l’uomo, anima e corpo: suona per Dio questo strumento dalle mille voci e canta lui stesso in accordo con questo strumento umano. “Poiché tu sei per me una cetra, un flauto e un tempio”. Il Signore, soffiando in questo bello strumento che è l’uomo, l’ha fatto a sua immagine, poiché è lui stesso in accordo con questo strumento di Dio, tutto armonia, accordato e santo, sapienza ultraterrena e Parola dall’alto.

Cosa vuole dunque questo strumento, il Verbo di Dio, il Signore, e il suo canto nuovo? Aprire gli occhi ai ciechi e le orecchie ai sordi, condurre storpi e smarriti alla giustizia, rivelare Dio agli uomini, fermare la corruzione, vincere la morte, riconciliare col Padre i figli disobbedienti. Ama gli uomini questo strumento di Dio: il Signore ha pietà, insegna, esorta, avverte, salva, protegge, e, in più, come ricompensa della nostra fiducia, ci promette il regno dei cieli. Vuole per noi solo un bene, la nostra salvezza.

Ecco nelle vostre mani l’oggetto della promessa, ecco l’amore per gli uomini: prendete la vostra parte di grazia. E il mio canto salvifico, non credete che è nuovo come una casa è nuova, poiché era “prima dell’aurora” (Sal 119,147) e “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio” (Gv 1,1). Ecco il canto nuovo, appare e viene a splendere fra noi il Verbo che era in principio e preesisteva. Infatti è appena comparso colui che preesisteva come Salvatore; è apparso, colui che non è stato maestro, “poiché il Verbo era presso Dio” (Gv 1,1); è apparsa la Parola per mezzo della quale tutto è stato creato.