Martedì 4 Aprile : San Giovanni Crisostomo

Giuda aveva espresso il suo pentimento: “Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente” (Mt 27,4). Il diavolo, intese queste parole, comprese che Giuda era sulla buona strada e questa trasformazione lo impaurì. Poi pensò: “E’ buono il suo maestro; quando stava per essere da lui tradito, pianse sulla sorte di lui e lo scongiurò in mille modi; sarebbe sorprendente se non lo accogliesse se si pente con tutta l’anima, se rinunciasse ad attirarlo se si rialza e riconosce il suo peccato. Non è per questo che è stato crocifisso?” Dopo questi pensieri, mise un profondo turbamento nell’anima di Giuda; fece crescere in lui un’immensa disperazione, fino a disorientarlo, lo tormentò fino al punto da spingerlo al suicidio, a togliergli la vita dopo avergli sottratto il sentimento del pentimento.

Non c’è alcun dubbio che se fosse vissuto sarebbe stato salvato: basta prendere l’esempio dei carnefici. Infatti, se Cristo ha salvato coloro che lo hanno crocifisso, se persino sulla croce pregava il Padre e intercedeva presso di lui per il perdono del loro peccato (Lc 23,34), possibile che non avrebbe accolto il traditore con totale magnanimità, una volta provata la sincerità della conversione? (…) Pietro rinnegò tre volte dopo aver partecipato alla comunione dei santi misteri; le sue lacrime lo hanno assolto (Mt 26,75; Gv 21,15ss). Paolo, il persecutore, il bestemmiatore, il presuntuoso, Paolo, che perseguitò non solo il Crocifisso ma anche i suoi discepoli, divenne apostolo dopo la conversione. Dio non ci chiede che una semplice penitenza per consentire il perdono dei nostri peccati.