Martedì 5 Settembre : Diàdoco di Foticea

Il battesimo è il bagno di santità che toglie la macchia del nostro peccato, ma non cambia ora la dualità del nostro volere né impedisce agli spiriti cattivi di combatterci o di mantenerci nell’illusione… Tuttavia la grazia di Dio ha la sua dimora proprio nel fondo dell’anima, cioè nell’intendimento. Viene detto infatti che «la figlia del Re è nel palazzo» (Sal 45, 15): non si mostra ai demoni. Per questo dal fondo del nostro cuore sentiamo sorgere il desiderio divino, quando ci ricordiamo ardentemente di Dio. Ma allora, gli spiriti cattivi assaltano i sensi corporei e vi si nascondono, approfittando della negligenza della carne… Così dunque, il nostro intendimento, secondo il divino apostolo Paolo, si compiace sempre nella legge dello Spirito (Rm 7,22). Ma i sensi della carne invece si lasciano trascinare sulla china dei piaceri…

«La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta» (Gv 1,5)…: Il Verbo di Dio, la luce vera, ha ritenuto opportuno manifestarsi alla creazione nella sua natura, accendendo in noi la luce della conoscenza divina nel suo amore incommensurabile per l’uomo. Lo spirito del mondo non ha accolto il disegno di Dio, cioè non l’ha conosciuto…; eppure l’evangelista Giovanni, quel meraviglioso teologo, aggiunge: «Veniva nel mondo la luce vera quella che illumina ogni uomo… Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo  di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente ma i suoi non l’hanno accolto. A quanti però l’hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio» (vs 10-12). Dicendo che non ha ricevuto la luce vera l’evangelista non parla di Satana poiché questa, fin da principio, gli era estranea, dato che non brillava in lui. Con questa parola egli stigmatizza giustamente gli uomini che avvertono la potenza e la meraviglia di Dio ma, a causa del loro cuore ottenebrato, non vogliono avvicinarsi alla luce della sua conoscenza.