Martedì 6 Settembre : Sant Agostino

Chiunque chiede al Signore e cerca d’ottenere “una sola cosa”, la chiede con certezza e sicurezza(…). Questa cosa è l’unica vera vita e la sola beata: cioè il poter contemplare, immortali per l’eternità e incorruttibili nel corpo e nello spirito, le delizie di Dio. In vista di questa sola cosa si cercano e si desiderano onestamente tutte le altre. Chi l’otterrà, possederà tutto ciò che vuole né potrà allora chiedere null’altro che non sia conveniente.

In essa è la sorgente della vita, di cui ora dobbiamo avere sete nella preghiera, fino a che viviamo nella speranza e non vediamo ancora ciò che speriamo (Rom 8,25). Siamo “rifugiati all’ombra delle ali” di Colui, al cui cospetto è tutto intero il nostro desiderio (cfr Sal 36,8; 38,10); “ci saziamo all’abbondanza della tua casa e ci dissetiamo al torrente delle tue delizie”, perché “in lui è la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce” (Sal 35,8ss). Allora il nostro desiderio sarà saziato di felicità e non vi sarà più da chiedere con gemiti, ma solo da possedere con gioia.

Ma, poiché si tratta della pace “che sorpassa ogni intelligenza” (Fil 4,7), anche quando la chiediamo nella preghiera, “nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare”. Infatti, come saper chiedere una cosa che supera la nostra comprensione? … L’Apostolo Paolo scrive: “Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza” e subito aggiunge: “Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili” (Rom 8,25ss).