Mercoledì 10 Maggio : Beato Columba Marmion

La nostra santità è di ordine essenzialmente soprannaturale. Tutti gli sforzi uniti della natura non possono produrre un atto soprannaturale, un atto che sia in qualche modo proporzionato al nostro fine, che è la visione beatificante dell’adorabile Trinità. (…) Ma Dio, compie tutte le sue opere con infinita sapienza, ci ha dato nella grazia il mezzo per realizzare in noi i suoi disegni divini.

Senza la grazia – grazia che viene da Dio – siamo incapaci di fare alcunché per arrivare al fine soprannaturale; S. Paolo ci dice che senza di lei non possiamo avere un buon pensiero che ci sia contato come degno dell’eterna beatitudine (cfr 2Co, 3,5). E’ l’eco della parola di Cristo: “Senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5), non potete raggiungere il fine supremo; non potete diventare sdanti. Gesù Cristo stesso ha commentato questa verità: ci ha detto che lui è la vigna e noi i tralci; per produrre frutti, bisogna che gli restiamo uniti con la grazia affinché, prendendo da lui la linfa soprannaturale, possiamo riportare al Padre frutti graditi.

Da ciò vedete la necessità che l’anima non si allontani da Dio, fonte della grazia senza la quale non possiamo nulla. Piuttosto, noi dobbiamo donarci senza riserve a lui, poiché “con questa grazia possiamo tutto” (…). Non c’è opera retta, pur banale o ordinaria sia, che, fatta sotto l’ispirazione della grazia, non possa contribuire a farci pervenire a questa esaltazione suprema che è la visione beatifica; poiché “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno” (Rm 8,28).